L’ex ministro dell’Ambiente Edo Ronchi lancia un pacchetto di 11 proposte per aumentare i vantaggi economici e diminuire i costi
L’ex ministro dell’Ambiente Edo Ronchi ha lanciato un pacchetto di 11 proposte prioritarie -per ridurre i costi e aumentare i vantaggi economici dell’economia di domani decarbonizzata, circolare e rigenerativa– presentato ad una platea di oltre 1000 imprenditori della green economy.
- Semplificare, rendere brevi e certi i tempi per le autorizzazioni. La durata e la complessità delle procedure amministrative rappresentano fattori rilevanti di costo e ostacolo allo sviluppo degli investimenti per la realizzazione e l’esercizio degli impianti per la transizione ecologica.
- Approvare anche in Italia una legge per il clima. In un cambiamento di vasta portata come la transizione climatica ed ecologica, serve un quadro legislativo – certo, stabile, pluriennale.
- Approvare una legge per la tutela del suolo con misure di adattamento. L’aumento della frequenza e dell’intensità degli eventi meteorologici estremi (alluvioni e siccità) causato dalla crisi climatica, genera ingenti, e crescenti, danni con enormi costi economici e sociali.
- Attuare una riforma della fiscalità in direzione ecologica. I prelievi e gli incentivi fiscali hanno un impatto rilevante sui costi delle misure e degli investimenti per la transizione ecologica.
- Accelerare la produzione di energia da fonti rinnovabili e l’elettrificazione nei trasporti, negli usi civili e nell’industria. È urgente arrivare almeno a 10 GW di nuovi impianti per rinnovabili elettriche.
- Introdurre un sistema efficace di incentivazione per l’efficienza energetica degli edifici. Negli edifici (residenziali, del commercio e dei servizi) si consuma la quota maggiore di energia, circa il 45%.
- Rafforzare la circolarità di produzioni e consumi. L’utilizzo più efficiente dei materiali, pilastro fondamentale di un’economia più circolare, non genera solo benefici ambientali, ma un rilevante vantaggio economico e competitivo per l’Italia.
- Rafforzare le imprese nazionali con un Piano Nazionale di sviluppo delle filiere produttive per la transizione ecologica.
- Aumentare la quantità e migliorare la qualità del lavoro e aggiornare le competenze.
- Migliorare l’accesso ai finanziamenti e l’attrazione degli investimenti.
- Potenziare la ricerca e l’innovazione. L’Italia investe troppo poco in ricerca e sviluppo, l’1,6% del Pil, molto meno delle grandi economie europee.