carcere di Cuneo
Il carcere di Cuneo (foto: Ministero della Giustizia)

Carcere di Cuneo, ancora alta la tensione: agenti aggrediti

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Il SAPPE Piemonte denuncia aggressioni ad agenti di Polizia penitenziaria nel carcere di Cuneo

 

Resta alta la tensione nel carcere di Cuneo e nei penitenziari del Piemonte, in cui quasi ogni giorno -stando alla denuncia del sindacato autonomo SAPPE- si verificano gravi episodi di violenza da parte della frangia estrema dei detenuti.

Cita l’accaduto il segretario regionale del Piemonte Vicente Santilli: “Nella giornata di ieri, 16 ottobre, un detenuto di 20 anni riferiva al personale di Polizia in servizio di voler effettuare una telefonata alla famiglia: appena aperta la cella, ha proditoriamente dato in escandescenza ed ha occultato in bocca, lo si è accertato successivamente, una lametta del tipo consentito. Mentre i poliziotti tentavano di persuadere il detenuto a fare rientro in cella, questi si impadroniva della lancia dell’idrante presente nella Sezione iniziando a minacciare i presenti, motivandolo con la mancata consegna di una caffettiera con il resto della spesa”.

“Dopo una lunga mediazione”, prosegue Santilli, “gli Agenti sono riusciti a farsi consegnare l’idrante ma il detenuto, con la lametta, mentre si tentava di riaccompagnarlo in cella, ha nuovamente dato in escandescenza iniziando a sbracciare nel tentativo di armarsi nuovamente per poi sferrare pugni e calci contro il personale di Polizia Penitenziaria. I colpi del detenuto hanno ferito un Sovrintendente e un Assistente Capo di Polizia Penitenziaria i quali, pur riuscendo a ricondurre il detenuto in camera e porre fine all’emergenza, hanno riportato varie lesioni”.

Anche Donato Capece, segretario generale del SAPPE, esprime solidarietà ai due poliziotti feriti a Cuneo ed è impietoso nella sua denuncia: “Basta! Non se ne può più. Ogni giorno succede qualcosa in carcere e non si fa nulla per fronteggiare con fermezza queste violenze: ci si aspetta forse un gesto ancora più violento ed eclatante affinché qualcuno possa intervenire, dimenticando che chi opera all’interno degli istituti sono uomini e donne dello Stato che rischiano la vita ogni giorno per garantire la sicurezza in un carcere?”.

“Ciamo sconcertati dall’assenza di provvedimenti in merito contro chi si rende responsabile di queste inaccettabili violenze e situazioni di grande allarme, determinando quasi un effetto emulazione per gli altri ristretti violenti”, conclude Capece. “Aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale di Polizia, così come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine del giorno: cosa si aspetta ad intervenire? L’irreparabile?”.

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