Comitato Emergenza Cultura Piemonte
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Comitato Emergenza Cultura Piemonte: proposte e richieste

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IL COMITATO EMERGENZA CULTURA PIEMONTE CONVOCA UN’ASSEMBLEA PUBBLICA SUL TEMA “PERCHÉ LE REALTÀ CULTURALI E SOCIALI FANNO DA BANCHE AGLI ENTI PUBBLICI?” E LANCIA UNA RACCOLTA FIRME.

Il 6 dicembre alle ore 17 il Comitato Emergenza Cultura Piemonte convoca un’assemblea pubblica all’Unione Culturale Franco Antonicelli (via Cesare Battisti 4b, Torino) per discutere degli anticipi economici che le realtà culturali e sociali devono fare rispetto agli Enti pubblici, i cui tempi di pagamento sono ancora troppo lunghi e insostenibili.

All’incontro intervengono Alessandro Gaido, Beatrice Verri, Stefania Rosso per il Comitato e Gimmi Basilotta per Agis Piemonte e Valle d’Aosta.

Ospiti Marco Revelli (sociologo) e Daniele Gaglianone (regista).

Tutti i presenti in platea, inoltre, avranno diritto di tribuna di 5 minuti.

Mancati pagamenti del saldo contributi 2022 e degli acconti contributi 2023

Con la Regione Piemonte siamo già a 210 giorni di ritardo per il saldo 2022 e per l’anticipo 2023 dei contributi per le attività culturali. Dal momento della realizzazione degli eventi finanziati al saldo finale, quando fila tutto liscio, passa, ormai da anni, oltre un anno e mezzo.

Il Comune di Torino, sul bando React, ha fatto addirittura anticipare tutte le spese alle realtà che si sono aggiudicate i bandi. E ad oggi non è ancora arrivato un solo euro di contributo!

Intanto le forniture vanno saldate senza attendere certo i tempi degli enti pubblici. Oltre al danno c’è quindi la beffa di dover mettere la faccia per responsabilità di altri. Così si mina la credibilità di operatrici e operatori nei confronti di terzi.

Inoltre i tardati versamenti dei contributi pubblici fanno alzare pericolosamente l’esposizione bancaria dei soggetti coinvolti, con la conseguente emorragia d’interessi da versare agli istituti di credito.

La situazione non è più sostenibile dal punto di vista economico e, anche, etico e morale. Molte realtà rischiano di sparire: questo, di fatto, creerebbe anche un danno e un impoverimento per il nostro territorio; disconoscendo il valore e il ruolo della cultura, così come sanciti dall’art. 1 della nostra Legge Regionale.

Bisogna modificare i regolamenti sulle tempistiche di pagamento.

La politica ha fallito su questo fronte, perché non è in grado o non vuole mettere mano a una riforma del sistema burocratico degli uffici pubblici. Le leggi fatte dalla politica per risolvere il problema s’impantanano negli apparati burocratici, diventando esse stesse parte del problema.

Fermiamo il gioco al massacro: “convocazione permanente” dei Tavoli della Cultura

Serve una commissione che metta insieme dirigenti, funzionari pubblici, oltre a esponenti della politica e delle realtà culturali e del sistema bancario. Un gruppo che lavori sodo per cambiare le regole del gioco, ma in tempi rapidi.

Lo strumento per convocare questa commissione l’abbiamo già: sono i Tavoli della Cultura della Regione Piemonte. Dobbiamo chiedere con forza la convocazione permanente di questo organo consultivo, proposto dal Comitato Emergenza Cultura Piemonte e presente nella nuova Legge Regionale.

Il Tavolo della Cultura, quindi, dovrà avere una convocazione permanente fino al raggiungimento di un’adeguata soluzione al problema dell’erogazione dei contributi pubblici.

La proposta del Comitato Emergenza Cultura Piemonte

Bisogna tornare ad utilizzare, come in passato, la Finpiemonte per garantire anticipi e saldi in tempi rapidi. In alternativa bisogna chiedere alle fondazioni bancarie, Compagnia di San Paolo e Fondazione Crt su tutte, di convincere i cda delle loro banche di riferimento (Intesa Sanpaolo e Unicredit) a essere i garanti dei finanziamenti per le realtà culturali e del welfare, attraverso accordi con gli enti pubblici.

Un percorso simile è già stato fatto durante la crisi Covid, con le banche private che hanno erogato mutui a interessi zero garantiti dallo Stato.

Non sarà semplice far compiere questi passi, ma questa è una lotta che ci riguarda e che si deve fare, perché l’alternativa è perdere tutto e scomparire.

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